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Green Pass, Confesercenti ME: “Penalizzati sempre i soliti. Non possiamo essere controllori però meglio che chiudere»

MESSINA – «L’altro ieri, è entrato in vigore l’obbligo del Green Pass. Ci stiamo adeguando anche a questo che rappresenta al momento l’unica strada percorribile per contenere la pandemia e dunque evitare ulteriori chiusure forzate alle attività già duramente colpite dal lockdown». Questa è la dichiarazione del Presidente di Confesercenti Messina Alberto Palella.

L’Associazione di categoria, da sempre, ha chiesto di spingere sul piano vaccinale che sembra l’unica arma per contrastare questa crisi sanitaria e sociale. «Se l’adozione della Carta Verde servisse a mantenere le nostre aziende aperte, ben venga. Soprattutto può servire per limitare la nuova ondata di contagi e da sprone a tutti i cittadini attendisti che possono anticipare così la loro vaccinazione. Restiamo molto perplessi sul ruolo di controllori che viene dato agli imprenditori. A mio avviso, gli organi preposti devono realizzare i giusti controlli. Non siamo preparati in tal senso e penso che non abbiamo i poteri per trasformarci in supervisori». In sostanza, il presidente Palella si rende conto che responsabilizzare e sottoporre le aziende ad un possibile verbale non è la strada giusta. «Ma di questo, come Confederazione – rimarca – abbiamo già scritto al presidente Draghi. Il tutto sempre con un ruolo collaborativo. Il Green Pass non è di certo una soluzione indolore e avrà un grave impatto sulle imprese».

Secondo una stima di Confesercenti Nazionale, restringere l’accesso ai soli possessori del certificato verde rischia di far perdere in tutta Italia 1,5 miliardi di fatturato alle attività turistiche e pubblici esercizi, con una perdita di 300 milioni di euro di fatturato per i soli bar e ristoranti.

Palella ha cercato di smuovere le acque in tutte le sedi possibili, incluso un incontro avuto qualche giorno fa con il Prefetto di Messina. Il nodo da sciogliere è la platea a cui è destinato l’obbligo del green pass. «Se questo tipo d’intervento non verrà applicato a tutti i settori che operano al chiuso e che generano presenze importanti – chiosa Palella -, penso ai trasporti e alle scuole, ad esempio, si rischia di vanificare quest’ulteriore sacrificio che viene richiesto alle attività economiche. Ad essere penalizzati, saranno sempre i soliti noti, con in testa il settore della ristorazione che ha già registrato perdite ingenti non solo in termini di fatturato ma anche di occupazione».

Marcella Ruggeri 

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